Signs,
sounds and symbols. Different cultures, mysterious sound textures,
animist songs reveal healing rites that dig into the womb of mother
earth. The anthropewarrior overcomes disturbing events through the
power of water, the sounds of nature and the exorcism of dance,
announcing impending rebirths.
Elisabeth S.
MSMIROSLAW-ORGANES DE LA VOIX
Chants Funebrés pour AHYHW
The
"nuraghe" as a phonatory organ and a phonetic system in the polyphonic
song
MSMIROSLAW:
vocals, looper, fx, stones
Recorded
between 2017 and 2018 in the archaeological sites of "Duos Nuraghes"
and "Santu Bainzu" Borore
Post-produced
at Nasprias Cave
Inspired
by all human ancestral songs
A
sud di Macomer, in terra sarda, l'altopiano stepposo nella zona di
Borore ospita molti nuraghe e resti di antiche tombe che sono
anche sepolcri del tempo e della storia, sospesi tra leggende e miti
arcaici, le tombe così dette dei giganti. Mirko Santoru (nella foto
sotto a destra) continua con il suo moniker MSMiroslaw l'affascinante
esplorazione della sua terra entrando nei meandri e nei cunicoli più
oscuri dove può leggere un legame atavico e indissolubile tra umano e
natura e dove questa alchimia influenza e plasma l'evoluzione
antropologica insieme al paesaggio stesso. "Organes de la voix" e
nuraghe come impalcature di emissione e trasmissione fonica. Non solo.
Qui esaminate come delle estensioni mistiche capaci di interconnettersi
con un oltre spirituale e magico. Sono sei brani strutturati con
l'anatomia degli organi da cui scaturisce la voce ma quello che è il
risultato complessivo ha a che vedere con un rituale mortifero, cupo e
ineffabile che come suggeriscono le note di copertina, vuole indagare e
trarre ispirazione dai canti umani ancestrali e iniziatici. Più che dei
canti votivi o celebrativi infatti qui non si respira un'atmosfera di
religiosa sacralità come ad esempio nel lavoro, pure piuttosto oscuro e
criptico, che fu "Voix" di Egisto Macchi. Qui arriva una sensazione di
ritorno alle origini intesa come simbiosi tra l'essere umano e la
terra madre e matrigna che lo custodisce nel grembo e che ne garantisce
la sopravvivenza solo sulla base di un'intesa e di un compromesso. "Organes
De La Voix - Chants Funèbres pour AHYHW" contempla quindi sei pezzi
aspri, voci trascolorate che sembrano voler penetrare le viscere della
terra. Un linguaggio che si articola sulla base di suoni materici che
sondano le cavità, trapassano le barriere capaci di alterarne la
propagazione e che ritornano come eco deformi, come vibrazioni che
raccontano smarrimento, angoscia e paura. Spirali di ricerca tormentata
tra straniamento e identificazione alla ricerca dell'armonia che ha
preceduto il caos, della visione lucida che fu il patto di alleanza tra
creatore e creatura per stabilire consensualmente delle distanze di
libero arbitrio. Il gioco dei riverberi che alterano la voce nel
momento in cui è assorbita dalle grotte Naspiras. Viene da pensare
all'alterazione dello stato meditativo, quel sonno incantesimo che
corrisponde al suono M. Il suono che crea e che dissolve e che penetra
l'universo. L'Om e l'Ātman sono coloro che conoscono penetrando.
Penetrare e ritrovare il tempo zero, l'origine di tutte le cose e il
suo peculiarissimo suono. Il respiro del mondo, il momento verità in
cui l''Ātman individuale si fonde con quello universale.
Romina Baldoni www.distorsioni.net
Il
legame di Mirko Santoru/MSMiroslaw con la Sardegna, la sua terra,
va ben oltre la semplice esistenza fisica del musicista: proprio la
musica è il mezzo utilizzato per penetrare gli strati più profondi
dell’isola – siano essi spaziali o temporali – indagando e annodando i
legami fra passato e presente. Con questo EP il campo si allarga
paradossalmente inserendo dei paletti: la voce è l’unica fonte sonora,
alterata solo dagli effetti e dall’acustica dei luoghi che hanno
ospitato la registrazione (i nuraghi di Borore) e la post-produzione
(la grotta di Nasprias): ne esce un disco di musica post-industriale
(più di un punto di contatto si può trovare con The Secret Barbarous
Names di Nordvargr, che parte da premesse simili) dove alle rumorose
strutture di fondo si sovrappongono voci, se non intellegibili, almeno
sempre riconoscibili come tali. Quello di Organes De La Voix è un
viaggio che parte dal profondo di noi stessi e conduce all’esterno,
portando con s’è le nostre più profonde fobie per dar loro forma e,
forse, esorcizzarle. Come in uno studio di fonetica sperimentale ogni
brano è intitolato col nome di un organo dell’apparato fonatorio, fatta
eccezione per le prime due tracce: Amygdale, l’amigdala, area del
cervello che gestisce le emozioni e in particolare la paura,
inevitabilmente inquietante e spettrale, e Oesophage, l’esofago, luogo
dove le angosce si manifestano. Da qui inizia la risalita, fra senso di
catarsi e ricadute, che assume molteplici forme man mano che percorre
il cavo orale: invocazione (Laryngo-Pharynx e Cordes Vocales), mantra
polifonico (Cavité Nasale), oscura litania (Glotte, Epiglotte E
Langue). Il suono/voce, per quanto ostico, non appare poi così alieno,
ancorandosi ad un subconscio memore di epoche passate, così l’effetto
sull’ascoltatore è di straniante trasporto, come se ci muovessimo in
stato di semi-incoscienza; non si giunge a una redenzione, d’altronde
dubito fosse quello l’obiettivo, quanto piuttosto alla conoscenza di
una spiritualità indissolubilmente legata al concreto, al tangibile.
Molti altri sono i ragionamenti che si potrebbero fare su un lavoro del
genere, ad esempio approfondendo il rapporto di continuità fra spirito,
corpo e luoghi, o analizzando il passaggio senza soluzione di
continuità fra natura e cultura, ma sono suggestioni che è giusto
lasciare alla sensibilità di ogni ascoltatore: Organes De La Voix apre
molte porte, ad ognuno la scelta di quali attraversare.
Emiliano Zanotti www.sodapop.it
Nuovo
capitolo a nome MSMiroslaw per Mirko Santoru (Hermetic Brotherhood Of
Lux-or) del collettivo Trasponsonic di Macomer (Nuoro). Con Organes De
La Voix, il cui sottotitolo è “Chants Funèbres pour AHYHW”, Santoru si
addentra in ambienti non dissimili da quelli del passato, lavorando
sulla reinterpretazione del folklore e delle tradizioni sarde. Anche in
questi venticinque minuti realizza quello che è sempre il suo intento,
l’oggetto della sua ricerca: creare attraverso i suoni (in questo caso
le voci) un magnetismo tale da riuscire a mettere l’uomo in
comunicazione con l’ambiente che lo circonda, alla riscoperta della
memoria atavica sopita. Questa volta sfrutta pure una location davvero
insolita, in grado di amplificare ed esaltare i riverberi: il nuraghe,
qui utilizzato come un vero e proprio apparato fonatorio.
Già
dalle lunghe vibrazioni modulate su toni bassissimi dell’iniziale
“Amygdale” o dagli echi sotterranei di “Oesophage”, che esplodono in
tutta la loro primordiale energia, le sovrapposizioni vocali sembrano
tentare una rappresentazione onomatopeica quasi animalesca, talvolta
rimandando alla timbrica gutturale e cavernosa degli antichi “canti a
tenore” sardi, corali e polifonici, con un potenziale ipnotico tale da
far restare incollate le orecchie alle casse. I vocalismi profondi di
“Laryngo-Pharynx” si fanno strada tra effetti che generano rimbombi
inquietanti, prima di disperdersi nelle atmosfere sacrali di “Cordes
Vocales” e unirsi agli inquietanti respiri in “Cavitè Nasale”. Il
delirio acustico di “Glotte Epiglotte E Langue” pone fine a questo
lavoro, conducendoci in un abisso allucinato dal quale vi sfido ad
uscire indenni.
Di MSMiroslaw è la dimensione mistica
dell’immaginario prescelto a colpire l’ascoltatore, al quale regala
anche momenti di vero coinvolgimento sensoriale.
Angela Sardo www.thenewnoise.it
Dietro
l’enigmatica sigla MSMiroslaw si cela la figura di Mirko Santoru,
artista sardo dedito a una ricerca antropologica della cultura
ancestrale della Sardegna rappresentata dalle nuraghe, costruzioni
coniche della civilta’ nuragica. La musica di MSMirsolaw ha sempre
avuto una natura rituale: siamo di fronte a veri e propri riti che
cercano di far rimergere gli antichi miti e i segreti sepolti delle
antiche popolazioni sarde. Devo dire che l’obiettivo di MSMiroslaw
viene raggiunto pienamente anche in questo nuovo e breve – la durata e’
di circa 25 minuti – lavoro intitolato Organes De La Voix – Chants
Funèbres pour AHYHW. Le atmosfere evocate riescono ad essere realmene
oscure ed inquietanti nell’evocare una dimensione temporale lontana nel
tempo. E’ difficile descrivere un’opera di questo tipo e non mi vengono
in mente paragoni anche se, ad ascoltare bene, non siamo poi cosi’
lontani dalla ricerca effettuata dai primissimi Current 93, quelli di
“Lashtal” e “Nature Unveiled” anche se, alla fine, la musica di
MSMiroslaw rimane qualcosa di assolutamente originale e fuori dagli
schemi. C’e’ anche, a ben vedere, un collegamento con certe
sperimentazioni della psichedelia. Ascoltare un disco qualsiasi di
MSMiroslaw significa confrontarsi con un universo sonoro altro: non e’
semplicemente musica ma qualcosa di piu’: e’ la ricerca di qualcosa di
perduto, qualcosa che rimane realta’ in un tempo immobile ed eterno.
Non e’ un disco che mi sento di consigliare a scatola chiusa a tutti:
tuttavia chi non ha paura di confrontarsi con qualcosa di strano e
particolare ed e’ mentalmente aperto a diversi tipi di ascolto farebbe
bene a farci un pensiero.
Cesare Buttaboni www.versacrum.com
Subtitled
Chants Funèbres pour AHYHW this was recorded inside a nuraghe (a
megalithic megalithic edifice found in Sardinia) using only voice (or
in this case, organs for the voice). The indulgent echoes fill the
space in this definitively ritualistic-style dark ambient record filled
with reverb, smoke and mirrors. I’m guesstimating that this is
Sardinian sound artist MSMiroslaw‘s third recording since about 2014,
one of which was a collaboration. This uses a phonetic system to
produce a sense of polyphonics. As an EP Organes de la Voix flows from
track to track rather effortlessly with gurgling mumbles, like internal
throat singing. The effect is quite interesting and oddly meditative
for such low-budget style production. MSMiroslaw (Mirko Santoru)
creates a hypnotic effect of the harmonic cries duly delivers a
passionate cadence with a sacred sheen. What comes off as a shamanic
circle of many voices, may only be a singular which is layered, coming
off like a choir, humming like ghostly spirits. Each track reflects
different parts of the actual vocal chord system like an experimental
study in the track titles: Cavite Nasale, Oesophage, Laryngo-Pharynx,
Cordes Vocales. On the final of a half dozen tracks here, Glotte
Epiglotte et Langue sounds like a strange fusion between a bevy of
hooded monks clashing with a hive of angry bees. You will want to stay
for this epic blurred ending. To me, when I listen to the structured
din all I can think is, this is the punk rock of the present. It’s
completely out there, eyes rolling in the back of your head and all.
And amid its shrouded mystery are layers upon layers of vocal
treatments, somewhat corroded and spinning in and out of control. This
can be most appreciated with some volume as most is in the deep lower
registers. For those who not dare go down the forbidden chasm of the
most peculiar of dark ambient this will become a cult classic in
short time.
TJ Norris toneshift.net
Voce, effetti, pietre e l'archeologia rurale di un paio di nuraghi ad accoglier le performance. Spazi,
impregnati di memorie di (dura) vita campestre, utilizzati come fonte
d'ispirazione/espansione per una serie di sinistre polifonie vocali,
ben oltre l'assalto di un brivido isolato. Ci son i canti arcaici
dissezionati all'infinito, piccole particole che sputano, soffiano e
vibrano, van in risonanza e si aggrovigliano come un rituale pagano
condensato in un atomo d'urlo libero. Pietra tutt'attorno e terra nuda sotto i piedi, circonda, trattieni e muta. Delle
tre uscite rilasciate sin ora da MSMiroslaw, senz'altro questa, è la
più aderente al modello base di scuola trasponsonica, ossia, ricerca
etno-antropologica in bruciante e ossessa proiezione futuribile, spesso
opera di recupero scarti, cocce, ruggini assortite e un tortuoso
percorso di riannodo interiore oltre il visionario (Artaud di sicuro,
come pure un approccio art-brut in lisergia siderurgica). I sensi vigili, fuor dal proprio perimetro conosciuto, nelle orecchie un sibilo pressorio. Lento il serpente ingoia il piccolo agnello.
Marco Carcasi www.kathodik.it
VISUALS
LAURA DEM
isin
MSMIROSLAW
Libido
Nuove espressioni di Musurgia Mirifica emergono dalla Notte
verso nuovi orizzonti, tentativi di restituire all'azione il suo stato
primigenio, ovvero devastare le produzioni dell'arte
del lavoro, dell'industria.
Profanazione e saccheggio della Natura.
Abbondanza, fecondità, turbine, delirio,
tranquillità profonda, deserto, baratro.
Appetito cieco, smania inconsulta nella via del Ritorno.
Il
collettivo Trasponsonic
di Macomer, sta ricostruendo un
importante percorso demo-etno-antropologico che guarda al futuro
rivalutando le origini. Lo fa riscoprendo la capacità performante di
tutte le forme dell’arte e mettendo in campo sinergie multimediali con
una forte connotazione filologica. In questo senso si attiva
un’attitudine alla trasmutazione che ricerca continuità nel divenire,
in un ricongiungimento ideale tra ancestrale e futuribile. La Libido
non è altro che la psicologia del sé, la ricerca materiale di oggetti
identificativi. Questi oggetti del sé possono essere le origini, le
radici culturali, ogni contenitore ideale di esperienze, capace di
plasmare interiorità. Ci nutriamo quindi di stimoli esterni per
autenticare la nostra vera natura. Sviluppiamo patologie e
frustrazioni laddove istinto ed energia non possono essere incanalate
verso bisogni espressivi a tutto campo, verso quella che può definirsi
una forma di realizzazione spirituale ed empatica.
MS Miroslaw, con questo secondo lavoro, “Libido”, ricongiunge il discorso
etnografico e psicologico impalcato dagli Hermetic
Brotherood Of Lux-Or
e dallo stesso collettivo (con il recente DVD autoprodotto “La Rivolta di Iside”) in una parabola di ieratica
eloquenza. Conia il post italian psycho world come forma mutante
dell’italian occult. The
Men Who Died (In The Arms of Isis) è la cinematica di un’alba
apocalittica, la poetica di un risveglio sensoriale. Sacrale,
oscura, satura di riverberi che rimandano ad una dimensione senza tempo
in un primordiale amniotico e ottenebrante.
Christna Of
The Tree Of Life con le caratteristiche propagazioni secche
del teschio di cavallo eletto a strumento evocativo. Una danza alla
madre terra dal titolo eloquente, Return To The Mother (Ode
to I) rende molto bene l’idea di una sinuosità degli
interstizi, della profondità. Di una dimensione remota da sé e
dell’altro da sé e delle contorsioni spastiche e sofferte della
ricerca. Tutto si gioca nella tensione sottile e psicotica
dell’amplificazione, della forza energetica dell’onda sonora che compie
traiettorie capaci di riannodare i fili spazio temporali, fino a
portare ad una sublimazione interiore che diventa luce, sguardo nuovo,
ricongiungimento, armonia cosmica. Libido come conoscenza, liberazione,
riappropriazione simbolica, entropia. Rise Again to The East è l’apertura, lo schiudersi ad
una ritualità corale per ritrovare sensibilità e visione nostalgica.
Il senso del sacro, la scenografia
da cerimoniale ha in sè una simbologia complessa e apparentemente
inspiegabile, vi confluisce la dimensione antropologica e la sua
rappresentazione astratta, visionaria, immaginifica e misterica. Babel (Death Of The Sun Worship) è un flusso multisensoriale che
si apre a percezioni invisibili e parallele, il flusso del divenire, la
vibrazione dell’universale che si svela congiungendo passato e futuro,
sacro e arcaico, intimo e metafisico.
Voto:
8/10 Romina Baldoni www.distorsioni.net
Libido,
lo si evince dal nome stesso, è un viaggio attraverso particolari
pulsioni sessuali e simboliche, evidente il riferimento alle teorie
“junghiane” che lo stesso musicista non manca di citare nel booklet,
con foto di copertina ove campeggia una donna con gli occhi bendati. Il
“desiderio”, insomma, si fa musica per mezzo dei consueti strumenti
auto-costruiti e non solo (sacred horse, clarinetto, launeddas,
percussioni e synth), utili a formare una rete fitta e impenetrabile di
drone affascinanti e va da sé sottilmente sensuali: ad esempio il
richiamo portante del fischio in “Christina On The Tree Of Life”, con
base che più passano i minuti e più assume la forma di ebbro rito
pagano, ma a chi conosce bene il lavoro e il percorso artistico del
musicista sardo non dico niente di nuovo. Devo ammettere che questa
volta egli riesce a metter su una totale variazione sul tema, che era
difficile da ripetere dopo lo sfiancante lavoro svolto su Rebirth
Invocation: lì i risultati erano notevoli, qui si sfiora addirittura la
catarsi vera e propria, c’è pure una tromba solitaria a spiazzarci
durante l’ascolto della dolente “Return To The Mother (Ode To λ)”,
mentre i detriti chitarristici (probabile metafora di un inesorabile
senso di incombenza) in “Rise Again To The East” fanno discretamente
male alla testa; la chiosa di “Babel (Death Of The Sun Worship?)”
sarebbe poi capace di tramortire anche il più pervicace degli individui
posseduti da questa “libido”, in fin dei conti dualistica ed opprimente.
Libido
è composto da materia che sfugge alle definizioni. Come un libro che
una volta aperto vi narra di storie che non comprenderete mai fino in
fondo, ma che sin dalle prime frasi vi rubano l’anima e il desiderio.
Maurizio Inchingoli www.thenewnoise.it
Progetto
dai connotati oscuri e misteriosi questo di MS Miroslaw proveniente
dalla Sardegna e, per la precisione, da Macomer dove opera il
collettivo multimediale Trasponsonic di cui fanno parte. La precendente
incarnazione di MS Miroslaw si chiamava Brotherhood Of Lux-Or ed era la
chiara testimonianza dell’esistenza del lato occulto del collettivo.
Questa continua ricerca delle proprie tradizioni culturali e del
proprio passato ancestrale si concrettiza ora con MS Miroslaw, duo
formato da Miroslaw e da Laura Dem. L’obiettivo di questa musica
e’ quelo di mettere in contatto l’ascoltatore con il passato e gli
archetipi dell’inconscio collettivo: non a caso nelle note di copertina
viene citato Carl Gustav Jung come fonte di ispirazione. I
Miroslaw hanno gia’ alle spalle un disco intitolato Rebirth
Invocations: il nuovo lavoro Libido si pone cosi’ nel solco del
precedente alla ricerca della dimensione piu’ sconosciuta di rituali
persi nelle spirali tentacolari del tempo. E’ proprio la parola
“rituale” la chiave per entrare nella filosofia di MS Miroslaw: un
rituale carico di antica spiritualita’ e di riti dimenticati in cui
l’uomo era in contatto con le antiche divinita’ della tradizione. SI
possono fare paragoni con esperienze passate come i primissimi Coil
(quelli di How To Destroy Angels) e Curretn93 (in particolare il primo
singolo Lashtal) ma questo solo a livello di sensazione. In realta’ MS
Miroslaw dimostra di avere un’originalita’ e una sua ragion d’essere.
La strumentazione usata e’ molto particolare e prevede l’uso di
percussioni, fiati, synth e anche di una testa di cavallo modificata.
La musica e’ molto minimale, cupa e monotona, quasi una sorta di
psichedelia nera che mira a proiettare l’ascoltatore verso una
percezione piu’ profonda della realta’. Anche i titoli delle tracce
rcome “The Man Who Died” (In The Arms Of Isis), ” Retun To THe Mother”
e “Babek (Death Of The Sun Worship?) rendono bene l’idea del sostrato
concettuale. Consigliato caldamente ai viaggiatori cosmici e ai seguaci
delle esperienze musicali piu’ occulte.
Cesare Buttaboni www.versacrum.com
Ritualità
industriale, etno-antropologia occulta, tradizioni ancestrali della
cultura sarda. Sono la linfa vitale che scorre nelle vene del
collettivo Trasponsonic di Macomer, nel nuorese, esperienza
avant-psichedelica performativa concepita, sul finire dei 90, da Mirko
Santoru - demiurgo degli Hermetic Brotherhood of Lux-Or - che negli
anni ha immesso nel circuito sperimentale italiano opere a nome 1997EV,
Hameloh, Plasma Expander e Fuzz Orchestra. Negli ultimi tempi
Santoru, svestiti i panni di "gran maestro" dell'organizzazione
iniziatica in musica, si è concentrato sul suo nuovo progetto, M.S.
Miroslaw, la cui opera prima "Rebirth Invocations", condivisa con Simon
Balestrazzi, è riuscita a stregare nel 2013 un altro venerato Maestro:
Julian Cope.
Registrato nella cava di Nasprias, uno stabbio
perduto tra i vigneti del Marghine, "Libido" prosegue, in un certo
senso, il percorso di "rinascita" sensoriale avviato con le oscure
invocazioni dell'album precedente. E lo fa attraverso l'ondeggiante
misticismo sprigionato da "The Man Who Died (In The Arms Of Isis)": una
profonda salmodia costruita a quattro mani con Laura Dem su strazianti
bordoni vocali, suggestioni post-industriali e tappeti kosmische. Anche
in questo caso, protagonista assoluto delle composizioni di Santoru è
il "sacred horse", ossia un teschio equino "preparato" sul quale sono
impiantate delle corde che, pizzicate o sfregate, producono un suono
processato con effetti analogici e digitali. In "Christina On The Tree
Of Life", l'aria si fa gravida di un'atmosfera apocalittica,
amplificata da un lugubre sibilo in salsa western-metafisico che smuove
la terra e gela il sangue.
La lenta danza "Return To The Mother
(Ode To L)" annuncia, tra percussioni sinuose e fiati ipnotizzanti, la
celebrazione sciamanica "Rise Again To The East", uno degli apici di
"Libido", in cui il rumorismo primitivo dei Terroritmo (poi evolutisi
in Wakinyan) incontra il paganesimo sudamericano scandagliato dalla
sapienza di Jorge Reyes. A concludere questa seconda esperienza a nome
"M.S. Miroslaw" è il flusso ambient-industrial di "Babel (Death Of The
Sun Worship?)", in cui i quattro elementi della Natura si fondono
generando nient'altro che puro caos.
Davide Tucci www.ondarock.it
Delicato
ma penetrante, il lavoro di Mirko Santoru ritorna con il progetto
MSMiroslaw che già avevamo apprezzato nel 2013 (Rebirth Invocations).
Registrato nella cava di Nasprias in Sardegna il disco si snoda
attraverso un incrollabile salmodiare ascensionale dove ancora una
volta è protagonista il sacred horse: un teschio di cavallo trasformato
dall’artista in uno vero e proprio strumento a corde. Impossibile non
farsi trascinare dal flusso sonoro che attraversa le cinque tracce del
lavoro: una corrente calma, ma inarrestabile, con il pelo leggermente
increspato da venti contrari che impercettibilmente spostano il nostro
viatico dal centro verso le oscure sponde. Se siete rimasti stregati
dagli Hermetic Brotherhood Of Lux-Or o se avete mai ascoltato i Plasma
Expander qui troverete pane per i vostri denti. Spegnete la luce, fate
partire la prima traccia e godetevi l’infinito. Magari succhiando pane
carasau intinto in un bicchiere di Canonau.
Emiliano Zanotti www.sodapop.it
Il
secondo atto di MSMiroslaw, guarda oltre i resti ancora caldi, del falò
che ha rischiarato la notte. Restan solo le braci immerse nel buio e il
nuovo giorno che tarda a mostrarsi. In silenzio si osserva il
circostante oppressivo, una frequenza dolorosa a martellar fra le
tempie. Ciò che la parola non riesce a esprimer, lascia il corpo in
preda a un tremito. In silenzio si osserva il circostante. Una leggera
foschia a confonder nel paesaggio i reperti industriali abbandonati.
Capannoni in disuso, animali stretti fra loro nel gregge, tracce di
ruggine sparse in terra. Trasponsonic non lusinga carezzevole, quel che
offre son spaccati di ribollente, arcaico e aspro mutismo (non domo).
Perlustrazioni attonite e radenti, quel tanto che basta per inalar
l'odore d'umido che le grotte rilasciano. C'è pace in tutto questo
disordine. E non si intravede nessun domani in arrivo. Oltre il mare e
le spiagge affollate, l'interno è un grumo rappreso e non conciliante.
Questa è l'isola. L'urto del post punk, raggomitolamenti industrial,
indicazioni cosmiche, antropologia astratta fuori dal tempo. Un rituale
misterico che affascina e intimorisce.
Marco Carcasi www.kathodik.it
REBIRTH INVOCATIONS
Ritual Chants for The Vulture Goddess
Rintocchi
d'ossa...corde percosse e accarezzate...pelli picchiate......Una voce
umana si solleva Androgina...E'giunto il tempo del Sacrificio...Divina
Dea Avvoltoio....divora il tuo pasto...mostraci il nudo rigido del
cavallo d'oro Kurgano che usurpò il tuo regno e riponilo nella tua
Tomba Utero Toro affinché si compia il processo di rinascita...
mostraci il tuo regno... lo Scisma d'Hrshu è spezzato. La tua influenza
tutta la natura tace e sprofonda nel Sonno..come l'uomo ancora oggi
ragiona in sogno, così l'umanità primitiva ragionò anche nella veglia
per molti millenni....riporta a noi la Luce e nutri la Vita con il tuo
eterno pegno.
The
End (Revelation came) Through Imbertighe (Tomb of the Giants) Jumis
(Calls the Dyonisian orgy)...and the Golden Horse's Sacrifice Till
Ecstatic Resurrection. (The Golem is Risen!)
More ritual music? For anyone with a need need need for a major, even
obstinate character fronting their ambulant meditative adventures,
check the fuck out of REBIRTH INVOCATIONS by the shamanic performer
M.S. Miroslaw. Whew kiddies, this seer/sucker is a colleague of the
fabulous Hermetic Brotherhood of Lux-Or, and herein lays upon us some
of the smartest right now vocal chanting this side of my own
avant-vocal ODIN, perhaps even with a bit of Takehisa Kosugi’s truly
vocaleptic CATCH-WAVE thrown in. Yow-fucking-Tsar or what! Recorded in
caves, nay, Mediterranean antrons of great tradition and ancient usage,
M.S. Miroslaw knows his Sardu onions, dedicating a whole track to the
former Macomer doorway temple at Imbertighe, and embarks on his own
musical Odinist journey – through mountains and former volcanoes –
thereafter pasting upon them robust orchestrations of e. drone and
concussive punctuation. However, the infernal musical soul of this
artist is so robust that his post-performance editing and enhancing
never detracts from the visceral, nay, viciousness of Miroslaw’s
performance. Released on the Sardinian
Trasponsonic label,
in a textured card cover dedicated to Robert Graves and Maria Gimbutas,
REBIRTH INVOCATIONS is one to own and hold. A sweet necessity.
Julian Cope July Drudion 2013
Una musica della voragine,
delle viscere della terra. Un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca
delle origini. Per fornirci intatto questo prodigio di totale contatto
con l’arcaico, con il tempo perduto, con l’integrità primordiale
dell’uomo che compiva la sua
sfida di sopravvivenza a mani nude, Mirko Santoru, MSMiroslaw, esegue
nel ventre della grotta di Nasprias, nel Màrghine sardo, i cinque pezzi
di questo lavoro“Rebirth
Invocations”.Un
teschio di cavallo ed una serie di effetti sonori ottenuti da
un’echomachine e dei phase shifter analogici. Questi sono i suoi
strumenti. Trasponsonic ha dato vita ad una serie di progetti, riunendo
di volta in volta dei collettivi per dare voce a tematiche precise.
L’intento è quello di tracciare una specie di mappa etnografica basata
puramente sull’istinto figurativo e sensoriale. Dare identità a rituali
che usano la musica come veicolo di interazione ma che non si
conformano unicamente ad essa. O meglio la musica diventa la
sonorizzazione stessa del misticismo, della sacralità e del paganesimo
che viene evocato, della convergenza tra ciò che l’uomo afferra e ciò
che all’uomo sfugge, di tutta questa pregnanza ambientale. MSMiroslaw
riesce magistralmente a raccogliere questa saturazione atmosferica in
un ideale e purificato incontro simbiotico tra elemento umano e tutta
quella serie di elementi esterni ad esso che ne costituiscono
l’involucro capace di rassicurarlo così come di renderlo estranea a se
stesso. L’immanenza, la trascendenza, il panteismo diventano lotta
interiore, sfida aperta che mostra in tutta la sua crudeltà i momenti
in cui c’è compenetrazione e quindi familiarità e sintonia con il tutto
circostante e i momenti di repulsione in cui siamo invisi e
maltrattati, se non addirittura resi malignamente meschini dalle leggi
cosmiche (etica della crudeltà Leopardiana e Artaudiana).
Questo vuole essere quindi un
viaggio capace di ricondurci, attraverso introspezione e confronto, ad
un recupero di origine e identità. Gli stessi titoli dei pezzi
ricostruiscono un percorso a tappe: ricerca di una rivelazione,The
End (Revelation came), di una profezia della creazione
affidata a indefiniti numi tutelari,Throuh
Imbertighe (Tomb of the Giants), smarrimento e fascinazione
dell’inconoscibile,Jumis
(calls the Dyonisian Orgy…), fede, ricerca di senso …And
the Golden Horse’s Sacrifice, illuminazione interiore,
gnosi, recupero di fiducia che ha compimento solo e unicamente trovando
forza ed energia da un equilibrio e un compromesso interiore, come
fenomeno di pasqua, di liberazione soggettivaTill
Ecstatic Resurrection (The Golem is Risen!). Vorticose e
invasate le percussioni dei quasi dieci minuti di …And
the Golden Horse’s Sacrifice,ci
proiettano in un criptico e inquietante rito cabalistico in cui si
materializza quasi la presenza di poteri oscuri, di forze avverse che
prendono il sopravvento. Il rullare ripetitivo di queste lugubri
maracas immaginarie, piene dell’inconsistente polvere della futilità,
la cassa di risonanza di questo graffio secco e scarno operato su corde
metalliche, appunto un teschio, diffonde il rimbombo straniante del
vuoto, la linea di confine tra sacro e arcaico, la
sospensione dell’ignoto. E forse riandando all’inizio si ritrova la
fine,The
End(Revelation
came), con la commistione futuribile delle sonorità di
Balestrazzi (special guest star) ci catapulta ad un ipotetico approdo
che rappresenta una fusione sensoriale dei tempi e dello spazio, i
rintocchi scanditi del timpano e dei piatti suggeriscono una
dilatazione onirica, un precipitare ipnagogico, il balenare
violaceo di uno scintillio nel buio della notte.
Continua l'esemplare opera musicale e di ricerca operata dalla
Trasponsonic di Macomer, etichetta che coinvolge prevalentemente
artisti del luogo con un catalogo che spazia dall'ambient ritualistica
a un crudo e scurissimopost-punknoise
che si sposa con l'industriale.
Tra i più attivi nomi c'è quello di Mirko Santoru, già apprezzato con l'ensembledegliHermetic
Brotherhood Of Lux-or,
e ora di nuovo in scena con un altro
ammaliante
progetto quale M.S. Miroslaw gestito totalmente in solo. Anche qui si
può
assolutamente parlare di musica che nasce ispirandosi agli antichi riti
pagani della terra sarda, una vera e propria invocazione che trasporta
chi ascolta dentro un misticismo vibrante, tenebroso, celebrativo.
“Rebirth Invocations”, il cui sottotitolo è “Ritual Chants For The
Vulture Goddess”, è stato registrato nel cuore della grotta Nasprias,
un antico insediamento rurale all'interno dei vigneti del Marghine, e
vede Santoru creare la sua musica attraverso un teschio di cavallo,
appositamente “preparato”, su cui scorrono delle corde che vengono
pizzicate o sfregate con oggetti e il cui suono viene ulteriormente
processato con effetti digitali e analogici. Anche le litanie vocali
sono trattate allo stesso modo, conducendo così magicamente in un mondo
altro o forse ancora ben presente se solo si è capaci di invocarlo
nella maniera giusta.
Nel disco collaboraSimon
Balestrazzi(T.A.C.)
che nella traccia d'apertura “The End (Revelation came)” interviene con
il salterio preparato, gong e ulteriori componenti, adatti a rendere
estremamente evocativo l'intero spettro sonoro.
Operazioni come queste dovrebbero essere supportate da qualche ente o
ministero per la salvaguardia della nostra antica cultura e tradizione,
quella meno da cartolina e cattolica per intendersi, ma al momento ci
pensa con forza, coraggio e sacrificio solamente la Trasponsonic, e a
lei e al suo collettivo viene reso il più sentito ringraziamento.
Non si sale, non è questa l'impressione.
Piuttosto, ci si dedica all'esplorazione di un crepaccio vertiginoso.
Una fessura cupa, che si offre profonda fra le montagne, le cime,
spruzzate di luce.
Non un filo d'aria in basso, ombra e caldo insopportabile, mentre le
zanzare banchettano sul collo.
Fra le stretti pareti che le spalle sfiorano, uomini/bestia e donne
festanti, falli in erezione, enormi e ridicoli, stinti dal tempo.
M.S. Miroslaw(HBOL,Maqome gran
cerimoniere di casaTrasponsonic),
non transita placido, dalle parti di un esordio conciliante.
“Rebirth Invocations”, entra di spalla, fra petto e mento.
Son i clangori dei Mamuthones rischiati dai falò, immersi nel silenzio
di una folla riverente, è vino e sudore, desiderio e carne.
Sacra musica sarda.
Uomini e bestie nelle grotte, a condivider gli spazi del sogno.
Sempre giorni difficili (ieri come oggi).
Di festa, quelli dell'uccisione del maiale, il paese percorso d'unico
orgasmo.
È struttura non aerodinamica, impegnata nella fase del volo, che si
adatta e modella nel buio, divorata dall'attrito.
Ripetizioni devozionali punenti e carne cotta dal sole.
Per caso e tenacia, ancora integra.
Simon Balestrazzicontribuisce.
Di dubbi sfrigolanti e diluizioni terminali.
Con la certezza nitida, che il fiato potrebbe non bastare, nel
frattempo, brucia strada.
Fuori, è un nulla sconsolante.
Continua la missione
antropologica di Mirko Santoru e della suaTrasponsonic alla riscoperta
della Sardegna pre-nuragica, quella vissuta all’ombra dei dolmen.
Questa volta Mirko procede in solitaria, con solo un piccolo aiuto diSimon Balestrazzi: Rebirth Invocation è la
nuova tappa di una ricerca etnografica realizzata attraverso sia i
luoghi (la caverna Nasprias, già palcoscenico per l’album Maqom II),
sia gli strumenti. Il protagonista, infatti, è un teschio equino –
opportunamente preparato e processato – preso dai carnai a cielo aperto
delle coste nord-occidentali sarde, luoghi predisposti proprio per la
salvaguardia delle specie di avvoltoi locali. Questo teschio funge da
tramite col quale raccontare tradizioni attraverso la tradizione
stessa, lungo paralleli separati da epoche intere. Lontano quindi dalle
sanguinolente e provocatorie esternazioni à la Zero Kama, il disco si
snoda attraverso cinque canti per la Dea Avvoltoio, liturgici
e celebrativi, di fattura ambient etnico/occulto. Avranno di che
ascoltare tutti gli incontentabili ai quali non bastano le ormai
saltuarie release dei Vasilisk o i nostalgici del mantra ascetico deiSigillum S, c’è comunque personalità a
sufficienza per non far finire questo disco nella pletora dei throat
sing tibetani con mandolini curdi e scampanellii di sottofondo.
Rebirth Invocation è l’eremo dal
quale Mirko Santoru lancia il grido atavico di una civiltà espropriata
della sua terra, che stiamo rischiando di perdere, per sempre.
Sardegna pagana. Sembra essere questo
il filo conduttore delle tante uscite provenienti da una regione
che, dal punto di vista della musica meno convenzionale, gode oggi di
un momento di grande ispirazione. Già avevamo detto del disco
capolavoro diDalila Kayros, dove tradizione e contemporaneità convivevano
brillantemente, ora è la volta di questo lavoro diMSMiroslav, membro del collettivoHermetic Brotherhood Of Lux-Or, coadiuvato dal sempre ottimoSimon Balestrazzi.
In questo caso il suono non è
facilmente etichettabile come sardo, la voce è un salmodiare quasi
gregoriano e solo alcune sonorità acustiche, come inTill
Ecstatic Resurrection, suggeriscono una collocazione mediterranea:
d'altra parte è musica che si abbevera agli strati più profondi
dell'essere, evocando forze ancestrali che travalicano ogni cultura e
linguaggio, trovando compagni di viaggio in luoghi geograficamente
lontani ma spiritualmente vicini. É un discorso che vale per la
grafica, che riproduce alcuni graffiti anatolici testimonianti riti
rintraccaibili anche nella cultura neolitica sarda, come per la musica;Rebirth
Invocationssembra infatti attingere al ritualismo oscuro dei
primiCurrent 93e deiCoil, ma lo fa poi collidere con elementi di musica
concreta particolarmente consoni al discorso che si va sviluppando:
valga come esempio il fatto che lo strumento principale sia una teschio
di cavallo... preparato! Ne risulta un suono pulsante e cavernoso, che
evoca visioni di cerimonie tribali che onorano il respiro della terra (Jumis) e le forze di una natura a cui non ci si può
rivolgere che con soggezione. MSMiroslav si muove con sicurezza fra
industrial e primitivismo, gettando un ponte fra un passato oscuro e un
presente che non vuole abbandonarsi alla banalità del quotidiano
(l'epica...And The Golden Horse's Sacrifice); un discorso che non sarebbe dispiaciuto a Ernst
Jünger, il quale, nelle pagine del suo diario sardo, scriveva "che il
tempo passato sia vicinissimo e si avvicini sempre più questo è uno dei
doni inattesi, una delle sensazioni tranquillizzanti del nostro
presente". È questo quello che mi sembra stia avvenendo di questi tempi
nell'isola e che dischi come questo testimoniano con chiarezza e forza.
Sempre il filosofo tedesco scriveva "sono dell'opinione che storia e
preistoria di un'isola come questa siano comprensibili anche per altre
vie che non siano quelle degli studi"; una di queste, oggi, è certamenteRebirth
Invocations.
Emiliano Zanotti
www.sodapop.it
Debut Cd "Rebirth Invocations" Out Now!!!
A new way to come back to Sardinian Archaic Music-Religion!!!!
M.S.
Miroslaw from Hermetic Brotherhood of Lux-Or playing his Sacred Horse
Skull in a midsummer night!!